Léon Bakst
 
LÉON BAKST



La passione russa nei confronti della cultura artistica bergamasca non si esaurisce con la lunga stagione del Grand Tour. Agli inizi del Novecento Bergamo continua ad essere una meta di interesse, in particolare, per i critici d’arte come Pavel Muratov. Sono state avanzate inoltre ipotesi su artisti del calibro di Léon Bakst, pseudonimo di Lev Samojlovič Rozenberg (Grodno, 27 aprile 1866-27 dicembre 1924). Bakst è pittore, scenografo, costumista, grafico e illustratore di fama mondiale. Il suo esordio artistico è precoce: dopo un quadrienno di frequentazione dell’Accademia delle Belle Arti di Pietroburgo, sotto la guida del pittore Čistjakov (maestro di Michail Vrubel’), intraprende un percorso autonomo che lo porta a partecipare alle prime mostre collettive nel 1889.

Dal 1891 al 1897 viaggia tra l’Europa e il Nordafrica, studia pittura a Parigi presso l'Académie des Beaux Arts, all'Académie Julian nello studio di J.L. Gerôme e dal pittore e illustratore finlandese Albert Edelfelt. È proprio in questi anni che stringe amicizia con il noto impresario del Balletto russo Sergej Pavlovič Djagilev, con il quale instaura un lungo rapporto di collaborazione.

Nel 1898 insieme a Djagilev, Konstantin Somov e ad Aleksandr Benua fonda il gruppo artistico Mir iskusstva che darà vita all’omonima e prestigiosa rivista di arte. Bakst raggiunge la notorietà non solo grazie alle sue doti di illustratore nelle più quotate riviste dell'epoca ma anche a quelle di ritrattista: immortala, infatti, diverse personalità di spicco del mondo letterario e artistico dell'epoca e il suo dipinto Cena (La signora con le arance, 1902) diventa un vero e proprio manifesto dello stile "modern". Nel biennio 1902-1904 Bakst realizza i primi bozzetti di scene e costumi per il teatro dell' Ermitage, mentre tra il 1906 e il 1910 dirige la scuola di pittura “E.N. Zvanceva” di Pietroburgo, che vanta tra i suoi allievi Marc Chagall. Dal 1910 Bakst si trasferisce stabilmente a Parigi, dedicandosi soprattutto alla scenografia teatrale per i Ballets russes, traendo spesso ispirazione dalla cultura italiana, in particolare dalla Commedia dell’Arte.

Nel corso della sua formazione il pittore compì diversi viaggi in Europa che lo condussero anche in Italia. A tale riguardo, è stato ipotizzato che Bakst abbia soggiornato a Bergamo in tre diverse occasioni: l’estate del 1891, il maggio del 1903 e l’aprile 1916. Queste ipotesi sono in parte suffragate dalla particolare composizione pittorica di un pannello scenografico dipinto da Bakst per la messa in scena del balletto Les femmes de bonne humeur, tratto dalla commedia Le morbinose (1758) di Goldoni, in cui si distinguerebbero scorci di Piazza Vecchia, Piazza Mercato del Fieno e di Piazza del Delfino. 1. La somiglianza non era sfuggita nemmeno alla redazione di Bergomum, lo storico bollettino della Biblioteca “Angelo Mai” che, senza mascherare un comprensibile orgoglio, nella rubrica Appunti e notizie del numero di aprile-giugno 1929, rende noto:

In una scena decorativa per un ballo il modernissimo Leon Bakst (v. Oskar Fischel,Das Moderne Bühnenbild; Berlin, 1923: n. 90) mesce un po’ bizzarramente, ma con simpatico effetto, un motivo di Piazza Vecchia (il Campanone e un angolo del Palazzo della Ragione) e un altro di Piazza del Delfino riprodotta colla fontana e le case che guardano a ponente. Il caratteristico e il pittoresco della nostra città non sfuggì e non sfugge, come si vede, ai più disparati artisti.2.

Partendo da questi dettagli è stato ricostruito il potenziale itinerario della visita di Bakst, molto simile a quello descritto da Muratov, seppure con alcune variazioni: per raggiungere l’Accademia Carrara l’autore di Obrazy Italii scese lungo la scalinata di via Noca dopo aver superato la Porta di S. Agostino, mentre lo scenografo di Les femmes de bonne humeur sarebbe invece passato per via Pignolo Alta e, superata la Piazza del Delfino, avrebbe incrociato via San Tomaso percorrendola fino alla Pinacoteca. Tuttavia, per quanto la teoria appaia suggestiva e la testimonianza iconografica mostri una indubbia familiarità del pittore con il paesaggio del capoluogo bergamasco, finora non si è avuto modo di riscontrare alcuna traccia dei presunti soggiorni di Bakst. Le ricerche condotte negli archivi russi sulla sua corrispondenza epistolare, infatti, non hanno portato alla luce alcun riferimento a Bergamo, anzi, hanno escluso la possibilità che il pittore fosse in questa città nei periodi evidenziati. Dalle lettere conservate nella Sezione manoscritti della Gosudarstvennaja Tret’jakovskaja Galereja, dove è custodita la maggior parte dei documenti privati di Bakst, si evince che egli si trovava a Roma nel maggio 1903 e a Firenze nell’aprile 1916. Per quel che riguarda l’estate del 1891, sappiamo che Aleksandr Benua era il destinatario delle missive in cui l’artista descriveva le impressioni relative al suo primo viaggio in Italia, che sono state pubblicate quasi integralmente nel 2012, ma non vi sono menzionate né Bergamo né la sua Accademia di Belle Arti. Nemmeno la consultazione del Fondo Aleksandr Benua presso il Gosudarstvennyj Russkij Muzej di San Pietroburgo ha finora messo in luce elementi nuovi. Non ha avuto riscontro neanche la ricerca della firma di Bakst nel registro dei visitatori, adottato in Carrara a partire dal 1890, ma non vi compare nemmeno quella di Muratov, la cui appartenenza al novero dei visitatori del museo è ampiamente accertata. Il pannello scenografico di Les Femmes de bonne humeur continua, dunque, ad essere l’unica prova a favore della tesi che Bakst sia stato tra i visitatori russi di Bergamo. Dimostrare che dietro quella rappresentazione di una cittadina italiana settecentesca, così adatta a ricreare le atmosfere goldoniane si celi il capoluogo bergamasco, resta tuttora un’ardua impresa. 3.


[Per la biografia completa di Leòn Bakst si invita a consultare la scheda dedicata sul sito Russi in Italia]


Bibliografia

Con la presente bibliografia s'intende fornire, nei limiti del possibile, un quadro esaustivo delle opere di carattere scientifico e delle testimonianze relative alla visita di Léon Bakst a Bergamo nell’aprile 1916.

Si comincia, pertanto, dai principali materiali riguardanti la figura di Léon Bakst e il suo l avoro di scenografo: memoriali, biografie, monografie, articoli. Per meglio collocare gli eventi nel quadro storico di riferimento abbiamo inserito anche una sezione dedicata ai viaggiatori russi in Italia tra Otto e Novecento: dal momento che il tema è stato ampiamente studiato, abbiamo deciso di limitarci ad inserire i principali resoconti bibliografici sull’argomento.



Studi su Léon Bakst

Arsène A., Cocteau J., L'art décoratif de Léon Bakst, Paris, Hyraxia Books, 1913.

Бенуа А., Мои воспоминания, в пяти книгах, Москва, Наука, 1993, Vol. 1, C. 607-628.

Birnnaum M., Léon Bakst, New York, Berlin Photographic Company, 1913.

Bragaglia A. G., ‘Un grande scenografo scomparso, Leon Bakst’, in Comoedia, VII, n° 2 (1925).

Caratozzolo M., ‘La fortuna di Truffaldino alla corte dello zar’, in Bergamo nella letteratura europea. Atti del Convegno celebrativo del cinquantenario della nascita del Cenacolo orobico di Poesia. Bergamo, Università degli Studi, 9-10 maggio 2005, a cura di G. Gambarelli, Bergamo, Sestante, 2005, pp. 99-112.

Даниeль С., От иконы до авангарда. Шедевры русской живописи, Санкт-Петербург, Издательство "Азбука", 2000.

Design in the Theatre, Special winter number of "The studio", commentary by G. Sheringham and J. Laver with literary contributions by E. Gordon Craig, C.B. Cochran and N. Playfair, 1927-1928.

Einstein C., Leon Bakst, Berlin, Ernst Wasmuth, 1927.

Fülöp-Miller G., Das russische Theater, Lipsia, 1927.

Gaillermin J.-L., ‘Itinerari segreti: la bella addormentata’, in «AD», n° 199 (1997), pp. 170-174.

Leon Bakst. Bühnenbild und Kostümentwürfe. Buchgrafik, Malerei u. Garfik, Leningrad, “Aurora”, 1986.

Lepore M., ‘Le mostre d'arte a Milano. Opere di Bakst. Personali di Asinari, Fratti, Leporini, Miniati, Paolantonio, Rabutti, Tenconi’, in «Corriere d'informazione», 19/20 maggio 1967, p. 5.

Levinson A., Histoire de Léon Bakst, Paris, Henri Reynaud, 1924.

Levinson A., L'Œuvre de Léon Bakst pour La Belle au bois dormant, Paris, Maurice de Brunoff, 1922.

Levinson A., The designs of Leon Bakst for the Sleeping Princess, London, Benn Brothers, 1923.

Lo Gatto E., Storia della letteratura russa, Firenze, Sansoni, Vol. 2, 1993, p. 284-340.

Maver Lo Gatto A., ‘A proposito di otto lettere di Léon Bakst a Gabriele d'Annunzio e delle messe in scena parigine del Martirio di San Sebastiano e della Pisanella’, in D'Annunzio nelle culture dei paesi slavi, a cura di G. Dell'Agata, C. G. De Michelis, P. Marchesani, Venezia, Marsilio, 1979, pp. 63-75.

Maver Lo Gatto A., ‘Otto lettere inedite di Léon Bakst a d'Annunzio’, in D'Annunzio nelle culture dei paesi slavi, «Quaderni del Vittoriale», n° 7 (1978), pp. 54-59.

Mostra commemorativa dell'Opera di Léon Bakst, Milano-Roma-Monaco 1967, catalogo a cura di G. Veronesi, Galleria del Levante, 1967.

Propert W. A., The Russian Ballet in Western Europe, New York, J. Lane Co., 1920.

Prouian I., Diatchenko S., Léon Bakst. Esquisses de décors et de costumes, Arts Graphiques, Peintures, Leningrad, “Aurora”, 1986.

Réau L., Roche F., Svetlov V., Tessier A., Inedited Works of Bakst, New York, Brentano’s, 1927.

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Sayler O.M., The Russian Theatre, New York, Brentano’s, 1922.

Svetlov A., Le ballet contemporain, Paris, Maurice de Brunoff, 1912.

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Viaggiatori russi in Italia

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Deotto P., In viaggio per Realizzare un sogno. L’Italia e il testo italiano nella cultura russa, Trieste, Università degli Studi di Trieste, 2002.

I Russi e l’Italia, a cura di V. Strada. Milano, Banco ambrosiano veneto, Libri Scheiwiller, 1995.

L’Est europeo e l’Italia. Immagini e rapporti culturali. Studi in onore di Piero Cazzola, raccolti da Emanuele Kanceff e Ljiljana Banjanin, Genève: Slatkine; Moncalieri: C.I.R.V.I., 1995.

Lo Gatto E., Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971.

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Todeschini M.P., Viaggiatori Russi in Italia tra Otto e Novecento, Moncalieri, C.I.R.V.I., Vol. 6 (luglio-dicembre 1982), p. 205.

Visinoni A.E., Intellettuali e artisti russi all’Accademia Carrara di Bergamo tra Otto e Novecento, in “Europa Orientalis”, 37, 2018, pp. 163-165.


Note:

1 A tale proposito si veda M. Caratozzolo, ‘La fortuna di Truffaldino alla corte dello zar’, in Bergamo nella letteratura europea. Atti del Convegno celebrativo del cinquantenario della nascita del Cenacolo orobico di Poesia. Bergamo, Università degli Studi, 9-10 maggio 2005, a cura di G.Gambarelli, Bergamo, Sestante, 2005, pp. 107-112.

2 A tale proposito si veda ‘Migliara, Bakst e Bergamo antica’, “Bergomum: bollettino della Civica Biblioteca”, Anno XXIII, vol. 3, n. 2, aprile-giugno 1929, p. 125.

3 A tale proposito si veda da A.E. Visinoni, Intellettuali e artisti russi all’Accademia Carrara di Bergamo tra Otto e Novecento, in “Europa Orientalis”, 37, 2018, pp. 170-171.



Scheda a cura di: Alessandra Elisa Visinoni

Data ultimo aggiornamento: 21 settembre 2020